
buone pratiche
riduzione Co2
Impianto essiccamento fanghi
La diffusione ormai capillare degli impianti di depurazione comporta la produzione di enormi quantità di fanghi dove i fanghi umidi, anche dopo i normali trattamenti di centrifugazione o nastro pressatura, hanno il 75% di umidità.
L’accresciuta produzione e, soprattutto, le sempre crescenti difficoltà di smaltimento e burocratiche hanno portato, negli ultimi tempi, ad un forte aumento dei costi che oggi vanno da €. 150/T a €. 250/T in funzione della zona e del servizio offerto.
Lo smaltimento nelle normali discariche non è più consentito a causa del limite di 80 mg/l sul DOC, per cui è necessario ricorrere alle discariche di rifiuti pericolosi.
Per questi motivi si cerca sempre più spesso di ridurre il volume dei fanghi mediante disidratazione spinta sia meccanica sia termica.
Gli impianti, utilizzano aria di processo a bassa temperatura che può variare da 80°C a 150°C in funzione delle caratteristiche della termica utilizzata la quale può essere recuperata da gruppi di cogenerazione, sotto forma di acqua calda e fumi di scarico, o da reflui termici disponibili in azienda (vapore, olio diatermico, ecc). Quando non vi è disponibilità di termica si utilizza gas naturale o GPL o biogas.
Il processo di essiccazione permette di ridurre il peso del materiale in funzione dell’umidità inziale e finale. Nella maggior parte l’umidità iniziale è del 75%; Riducendo l’umidità finale al 15% si ha una riduzione di peso del 70%.
Questo significa che da 1.000 kg di umido ne rimangono 300 kg di secco.
Il costo di essiccazione corrispondente, per l’essiccazione di 1T di umido, riferito al solo gas naturale, è di € 25,00 mentre il minor costo di smaltimento, dovuto alla minor peso del materiale da conferire in discarica è di € 45,00.
Pertanto, anche qualora, non vi sia la possibilità di recuperare termica a costi zero e si dovessero utilizzare combustibili tradizionali (Gas Naturale o GPL) si ha che il minor costo di smaltimento del fango essiccato rispetto a quello del fango tal quale, inclusi i costi di esercizio, si può verosimilmente indicare nell’ordine al 50%.
Minor costo che può raggiungere il 70-75% quando vi è la possibilità di recuperare termica, a costo zero, per rendere autosufficiente l’impianto di essiccazione.
È anche da tenere conto che in questo modo, oltre ad un risparmio economico, l’impianto garantirà annualmente la riduzione di CO₂ in atmosfera, inquanto prettamente legata alla riduzione dei trasporti del rifiuto.

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